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Afta epizootica/ 2

DIAGNOSI
La diagnosi di malattia, non può prescindere da una valutazione accurata e comparata dei seguenti elementi:

Diagnosi differenziale
In base alla sintomatologia clinica l'Afta epizootica non è differenziabile da:

Per poterla distinguere è necessario ricorrere alla disgnosi di laboratorio.
Uno degli elementi che può contribuire alla diagnosi della malattia è l'identificazione delle specie animali che manifestano sintomatologia clinica. Si ricorda infatti che queste malattie hanno un diverso spettro d'ospite:

Altre malattie dalle quali deve essere differenziata sono:

Diagnosi di laboratorio
I campioni idonei per la dimostrazione del virus sono i seguenti:

A) Fase pre-clinica

B) Fase clinica

C) Portatori di infezione persistente

Raschiato faringo-esofageo ottenuto con sonda "probang" Gli epiteli e le vescicole prelevate devono essere posti in un terreno di trasporto che mantenga il pH del campione a 7.2 - 7.6. Il raschiato faringo-esofageo deve essere congelato ad almeno - 40° C.
Il siero di sangue è il substrato idoneo per la ricerca di anticorpi specifici.

Diagnosi diretta
Le prove di laboratorio per la diagnosi diretta evidenziano la presenza dell'agente eziologico (virus infettante, antigeni virali, genoma virale) e in caso positività confermano la presenza dell'infezione.Le metodiche diagnostiche ufficiali sono:

Isolamento virale

Evidenzia l'infettività virale attraverso la replicazione in substrati biologici sensibili. Il virus cresce sia su colture cellulari che in topini lattanti di 2 - 7 giorni di vita. Le colture cellulari più sensibili sono quelle primarie renali di suinetto, di agnello, di vitello e di tiroide bovina. Possono essere utilizzate anche colture cellulari stabilizzate come le IBRS-2 e le BHK 21. I topini lattanti possono essere inoculati in alternativa alle colture cellulari, ci sono tuttavia alcuni stipiti virali che necessitano di più passaggi prima di adattarsi ai topini. La prova di isolamento virale è molto sensibile, richiede tempi da 1 a 6-7 giorni, e deve essere seguita da un test di identificazione dell'agente isolato (solitamente ELISA).

ELISA
E' un'ELISA sandwich che utilizza anticorpi anti-aftosi (policlonali o monoclonali) tipo-specifici per evidenziare antigeni virali e per identificare il sierotipo in causa. Il test è molto rapido (3-4 ore), ma non prevede una fase preliminare di amplificazione, perciò è meno sensibile dell'isolamento virale e della PCR.

Fissazione del complemento
E' stata la prova tradizionale per la diagnosi di Afta, è però attualmente sostituita con l'ELISA, che è più sensibile ed il cui esito non viene condizionato dalla presenza di fattori pro o anticomplementari.

PCR
Con questa prova viene messa in evidenza la presenza di una sequenza specifica dell'acido nucleico virale. Essendo preceduto da una fase di amplificazione, il test è sensibile quanto l'isolamento virale.

Diagnosi indiretta
Test ufficiali sono:

Virus neutralizzazione
E' una delle prove previste nelle trattazioni commerciali internazionali. Questo test si basa sulla identificazione di anticorpi neutralizzanti il virus che sono presenti nel campione di siero di sangue. E' un test sierotipo-specifico e sono necessari 2-3 giorni per ottenere gli esiti.

ELISA
Anche questa prova è prevista per le trattazioni commerciali internazionali.
E' un test sierotipo specifico, è sensibile ed i tempi di esecuzione sono brevi (1 giorno).Entrambi i test evidenziano anticorpi verso proteine capsidiche e non permettono la distinzione tra anticorpi da infezione o vaccinali.Tuttavia, sono stati recentemente validati nuovi metodi ELISA (NSP-ELISA) che consentono di differenziare gli animali vaccinati da quelli infetti, attraverso la dimostrazione di anticorpi nei confronti delle proteine non strutturali dei virus aftosi. Tali anticorpi vengono prodotti solo in seguito ad infezione (attiva replicazione del virus) e non dopo vaccinazione (vaccini spenti). Poichè le proteine non strutturali sono comuni tra i 7 sierotipi aftosi, il test non è sierotipo-specifico, ma identifica animali infettati con qualunque dei sette sierotipi. Tra le varie proteine non strutturali, il polipeptide 3ABC rappresenta il marcatore più specifico e sensibile.Nella fase attuale, questi test sono particolarmente indicati per identificare l'infezione (anche silente a causa di una pregressa vaccinazione degli animali) a livello di mandria.Nella valutazione dei risultati ottenuti, deve essere posta particolare attenzione quando vengono testati:
1)animali ripetutamente vaccinati (possibilità di falsi positivi in caso di vaccini scarsamente purificati)
2)animali vaccinati che poi si sono infettati (minoranza di falsi negativi).

PROFILASSI

Profilassi sanitaria
L'Afta è una malattia della Lista A dell'OIE, soggetta a denuncia obbligatoria a livello nazionale ed internazionale, la sua presenza in un territorio può provocare gravi restrizioni commerciali sia per gli animali vivi che per i prodotti derivati. Nei paesi indenni bisogna evitare nella maniera più assoluta l'importazione e il transito di animali e prodotti delle specie recettive (domestiche e selvatiche) provenienti direttamente o indirettamente da Paesi infetti.Nel caso in cui si verificasse l'introduzione o il transito di animali e prodotti provenienti da Paesi dove la malattia è presente, questi devono essere accompagnati da adeguate certificazioni sanitarie che ne garantiscano lo stato sanitario e la provenienza da "zone indenni da malattia".In un paese con focolai di prima insorgenza devono essere abbattuti e distrutti tutti gli animali dell'azienda (malati, infetti, sospetti di infezione e di contaminazione), si deve poi procedere con le operazioni di pulizia e disinfezione previa distruzione dei materiali e prodotti contaminati.
Contemporaneamente alle operazioni di estinzione del focolaio devono essere rintracciati e distrutti gli animali ed i prodotti che sono stati spostati dall'azienda infetta prima del sequestro dell'allevamento.

Profilassi vaccinale
Nella Unione Europea a partire da1 1991 è vietata la vaccinazione nei confronti dell'Afta epizootica. In precedenza veniva utilizzato un vaccino trivalente costituito da sierotipi europei A - O - C. La vaccinazione di routine veniva effettuata nei bovini, i suini venivano vaccinati in casi veramente eccezionali, utilizzando un vaccino oleoso monovalente omologo al virus presente nel focolaio.Nei Paesi dove la malattia è endemica, vengono effettuate campagne vaccinali utilizzando gli stipiti virali presenti sul territorio o che sono a rischio d'introduzione.Va ricordato che il legislatore Europeo ha previsto sin dal 1990 la possibilità di ricorrere alla vaccinazione d'urgenza in caso di focolai di Afta Epizootica, sulla base delle ripetute evidenze scientifiche che un vaccino molto potente è in grado di indurre completa protezione verso la malattia in 4 giorni circa, di coprire adeguatamente differenze antigeniche di sottotipo, di impedire completamente la trasmissione del virus ad altri animali in 2 settimane circa.

Riferimenti Legislativi

In Italia l'Afta epizootica è malattia esotica ed è soggetta alle seguenti disposizioni legislative:

L. 23 gennaio 1968, n. 34: Provvedimenti per la profilassi della peste bovina, della pleuropolmonite contagiosa dei bovini, dell'afta epizootica, della morva, della peste equina, della peste suina classica e africana, della febbre catarrale degli ovini e di altre malattie esotiche.

D.P.R 229 1. 3. 1992: Regolamento di attuazione della direttiva 85/511/CEE che stabilisce misure di lotta contro l'Afta epizootica, tenuto conto delle modifiche apportate dalla direttiva 90/423/CEE.

Direttiva 2003/85/CE del Consiglio del 29 settembre 2003: relativa a misure di lotta contro l'afta epizootica, che abroga la direttiva 85/511/CEE e le decisioni 89/531/CEE e 91/665/CEE e recante modifica della direttiva 92/46/CEE


 


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