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Ultimo aggiornamento: Friday 19 July 2019
Meno animali utilizzati per la ricerca, un trend costante anche per IZSLER   versione testuale






E' stato pubblicato recentemente dal Ministero della Salute il report sull'utilizzo di animali ai fini scientifici ed educativi per l'anno 2017. Il numero di animali utilizzati nella ricerca è in costante riduzione, se pur più lentamente rispetto a quanto desiderato. L'applicazione di metodi alternativi nelle procedure diagnostiche è invece più rapida e ha permesso ad IZSLER una riduzione di circa il 30% degli animali utilizzati negli anni dal 2015 al 2017.

Sono stati pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.28 del 02-02-2019) i dati relativi agli animali utilizzati in Italia ai fini scientifici ed educativi.

La direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 26/2014, sancisce l'obbligatorietà per gli Stati membri di trasmettere alla commissione, la prima volta entro il 10 novembre 2015 e a seguire con cadenza  annuale, le informazioni statistiche relative all'uso degli animali nelle procedure, comprese le informazioni sull'effettiva gravità delle procedure e sull'origine e le specie di primati non umani utilizzati.

Il comunicato del Ministero della Salute continua poi spiegando le modalità di compilazione delle tabelle richiesta dalla UE e le modalità di lettura delle stesse. Il dato positivo che emerge dal report è la riduzione degli animali rispetto all'anno precedente 580.073 nel 2017 contro i 611.707 del 2016 in massima parte topi e ratti. La riduzione è minima (5,2%), ma comunque significativa. La quantità degli animali utilizzati da IZSLER, prevalentemente ad uso diagnostico, ha mostrato invece una riduzione consistente (circa il 30%) dell'utilizzo degli animali da laboratorio nel periodo 2015-2017, per il passaggio progressivo delle metodiche di indagine sulle biotossine algali ai metodi alternativi di tipo chimico.
Nei prossimi anni il passaggio sarà ancora più rapido e si prevede una riduzione ancora più consistente, oltre il 50%, nel 2020.