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A11/09
Giovanni Savini - N. James MacLachlan - Jose-Manuel Sanchez - Vizcaino - Stéphan Zientara
VACCINI PER LA BLUETONGUE IN EUROPA   versione testuale
Vaccines against bluetongue in Europe





Comparative Immunology, Microbiology and Infectious Diseases 31 (2008) 101-120

Riferimenti bibliografici: 63

Dopo l'isolamento, nel 1998, del virus responsabile della bluetongue (BTV) negli allevamenti ovini dell'Europa Mediterranea, al fine di ridurre i danni economici derivati dalla malattia e per controllarne la diffusione, si è applicata anche la vaccinazione.
Diverse sono state le strategie vaccinali nei diversi Paesi a seconda dei metodi vaccinali, della sierologia e a secondo delle tecniche di applicazione degli stessi vaccini. Si sono usati quattro diversi tipi di vaccini monovalenti attenuati di provenienza dal Sud Africa. Le ricerche sperimentali hanno evidenziato come i vaccini vivi attenuati (MLV) siano in grado di conferire una solida immunità diminuendo, inoltre, la diffusione del virus. Si sono comunque rilevati negli ovini vaccinati problemi secondari e, in particolare, si sono verificati episodi di trasmissione della malattia con ipertermia, edemi che comparivano nella seconda settimana post vaccinazione e che scomparivano nello spazio di 7-10 giorni. Gli animali con ipertermia diminuivano la produzione lattea. Tra i vaccinati si è verificato lo 0,5% di aborti. Manifestazioni cliniche più severe si sono verificate negli ovini immunizzati con vaccino MLV con antigene del sierotipo 16 e, di conseguenza, l'uso del vaccino monovalente con questo antigene è stato abbandonato. La durata della viremia negli ovini e nei bovini vaccinati con un vaccino vivo non è stata superiore ai 35 giorni, fatta eccezione per un bovino vaccinato con un vaccino polivalente 2,4,9,16 in cui la viremia ha perdurato per almeno 78 giorni. I valori di questa viremia transitoria sono stati sufficienti per infettare insetti Culicoides ed inoltre è stata confermata la trasmissione naturale di quest ceppi vaccinali MLV. Vaccini inattivati bivalenti nei riguardi dei virus sierotipi 2 e 4 sono stati usati in Corsica, Spagna, Portogallo e anche in Italia. Questi ultimi vaccini si sono dimostrati sufficientemente innocui pur essendo responsabili di reazioni locali al punto di inoculazione. La somministrazione di due dosi di vaccino inattivato conferiva una immunità di lunga durata in grado di proteggere gli animali dalla sintomatologia clinica e dalla viremia mentre un solo intervento vaccinale con il vaccino sierotipo 4 riduceva parzialmente la viremia, post vaccinazione, nei bovini sperimentalmente infettati.
Sono attualmente allo studio, e in via di sviluppo, nuovi tipi di vaccini inattivati come quelli ricombinati.