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Zooprofilattici, una rete invidiabile
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Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS) in Italia sono 10 enti biregionali che svolgono la loro attività prevalente nel settore della salute pubblica veterinaria, costituendo una rete di istituzioni a carattere tecnico scientifico di supporto a tutte le attività riguardanti la salute e il benessere degli animali, la sicurezza alimentare e l‘ambiente. La diagnostica delle malattie, il controllo dei prodotti e dei processi di produzione alimentare, la rilevazione della presenza di sostanze tossiche nei prodotti e nell‘ambiente costituiscono la parte più rilevante delle attività senza trascurare l‘attività di formazione e ricerca e la consulenza tecnico scientifica nei settori di competenza.
Gli IIZZSS, coordinati dal Ministero della Salute, costituiscono una rete di laboratori di controllo e strutture di ricerca, integrata con i territori, che assume un ruolo importante nell‘approccio One Health alla salute dell‘uomo e degli animali.
Nel periodo del coronavirus quasi tutti gli IIZZSS hanno potuto affiancare la sanità pubblica, mettendo a disposizione laboratori e competenze per l‘esame dei tamponi, per la messa a punto di metodiche sierologiche (IZSLER) e per il sequenziamento di ceppi di virus SARS Cov 2 (IZSLVe), senza ridurre le attività di controllo dei prodotti alimentari e le restanti attività fondamentali per la salute e il benessere degli animali. Gli IIZZSS ad esempio già da alcuni anni costituiscono il primo baluardo per le malattie trasmesse da insetti, come per la West Nile e per la Chikungunya, attraverso il piano di controllo dei vettori, partecipano attivamente al contrasto dell‘Antimicrobico Resistenza con specifici strumenti messi a punto per il controllo dell‘utilizzo di antibiotici (es. Classyfarm) e condividono con il settore della medicina umana le conoscenze sugli isolamenti di patogeni batterici dagli animali e dagli alimenti attraverso la partecipazione dei laboratori di analisi dei ceppi e dei dati (es. Laboratorio di analisi del rischio di Parma).
Ancor più recentemente il primo isolamento mondiale di Lyssavirus da un gatto, avvenuto in Italia, ha messo in evidenza come la rete di controllo e di ricerca degli IIZZSS sia importante per la sanità pubblica. Sulla base di un sospetto di malattia nervosa, simile alla rabbia, conseguente ad una morsicatura, un collega veterinario di Arezzo ha inviato il materiale all‘IZSVe (Zooprofilattico delle Venezie - Centro di referenza per la rabbia silvestre) che prima ha escluso la rabbia, e poi ha confermato l‘isolamento di un virus dei pipistrelli dal cervello del gatto testimoniando che il passaggio del Lyssavirus dai pipistrelli ai gatti è possibile.
Per quanto l‘evento non abbia ripercussioni sulla salute umana, il virus infatti non si diffonde all‘uomo, il suo pronto isolamento e caratterizzazione da una parte ha evitato alla persona morsicata un inutile trattamento sanitario, dall‘altro ha impedito inutili allarmismi nella popolazione. Il Ministero della Salute ha emesso una circolare volta a stimolare l‘attenzione al problema senza suscitare panico (Circolare DGSAF DGPREV del 3 luglio 2020 West Caucasian Lyssavirus isolato da un gatto - Indicazioni precauzionali).
La possibilità di disporre in Italia di una rete di laboratori competenti integrata nel territorio da veterinari liberi professionisti e da veterinari pubblici, pronta alla rilevazione e caratterizzazione di nuove agenti pericolosi per gli animali e per l‘uomo, permette di affrontare le sfide che la globalizzazione, anche nel settore della salute, ci mette di fronte nei fatti di ogni giorno.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 30-JUL-20
 

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