Paolo,

per ricordarti voglio iniziare con un’ immagine ironica che ti piaceva molto “Steso sul pavimento allargando le braccia per ricevere la scienza di quelli del piano di sotto”.
 
I più vecchi tra noi ti ricorderanno giovane borsista veterinario a Forlì quando sapevi già tutto di polli, ma eri disposto a riconoscere chi ne sapeva più di te e ad imparare da lui, poi in diagnostica dove le tue boccettine con i colori (le prove biochimiche appena introdotte dalla Scuola per la Ricerca Scientifica) avevano sconvolto la batteriologia storica fatta di odori dei batteri e suscitato scommesse con maestri, ora scomparsi come Carboni e Guadagnini. Quando sono arrivato io la strada era già tracciata i colori avevano vinto.
 
Sei passato rapidamente ai Vaccini Batterici, tra bidoni di Brucella pericolosi e Mal Rossino, ma con tanti prodotti per la profilassi delle malattie degli animali per le quali tipizzavi Pasteurelle, Coli  e Streptococchi per scegliere quelli giusti da mettere nei vaccini.
 
Poi alla Virologia dove ti abbiamo conosciuto capace di apprezzare e coltivare la virologia classica aprendoti senza paura al mondo delle tecnologie nuove ed emergenti per svolgere sempre meglio il tuo lavoro per sapere, per conoscere, per far sapere senza che si sapesse troppo di te. Quanto know-how hai regalato dentro e fuori all’istituto, anche a qualcuno che con quello è diventato famoso.
Con umiltà e perspicacia hai saputo cogliere e trasformare in proficue collaborazioni le diverse competenze tecnico-scientifiche presenti nei colleghi dell’istituto, condividendo con loro risultati di grande valore e immediata utilità, mai sbandierati come traguardi personali.
Chi ha lavorato con te ha visto sempre riconosciute le proprie capacità, anche se a te le stesse non mancavano. Hai avuto sempre l’umiltà di far lavorare chi sapeva fare meglio le cose, per il bene di tutti perché tutto potesse andare avanti al meglio.
 
I giovani che si sono formati con te ti hanno sempre adorato perché sei stato sempre severo, li hai sempre spinti a migliorarsi, hai sempre insegnato e apprezzato chi imparava, riconoscendo le loro risorse.
Competenza e conoscenza in tanti campi, gentilezza, onestà intellettuale, capacità di relazioni nella verità, anche nello scontro, ti avevano indicato come Direttore Sanitario in un momento di cambio gestionale importante per l’Ente. Avevi accettato per amore al tuo lavoro, al lavoro di tutti sacrificando la tua passione per il laboratorio alle necessità del momento. E come mi arrabbiavo quando il sabato discutevamo di cose importanti di progetti, di attività da fare e tu da Direttore Sanitario riempivi la lavastoviglie con le pipette o mettevi a posto i puntali perché ce n’erano pochi.
Quando hai lasciato l’incarico avevi considerato esaurito il tuo compito contribuito al passaggio, senza rancori, senza sbattere le porte sei tornato a progettare, a cercare di capire di più, di essere utile con il tuo lavoro, a dare consigli.
 
Non ci tenevi, ma le società scientifiche alle quali hai partecipato ti hanno sempre corteggiato sapendo che la scienza la fanno gli uomini di valore e non quelli che presiedono. Anche i colleghi stranieri con i quali hai lavorato ti ricordano sempre per le stesse cose, quella combinazione di capacità e umanità che ti distinguevano.
 
Ti ricordo anche nella malattia, preoccupato degli altri, del disturbo che potevi dare, grato fino all’ultimo momento a chi desiderava restituire anche solo in parte quello che da te aveva ricevuto.
Ci mancherai Paolo, ma ci hai lasciato un ricordo indelebile; ti accompagnerà per sempre tutta la nostra stima come collega e il nostro affetto come amico caro e sincero.
Grazie