Codex Alimentarius

Il Codex Alimentarius è un insieme di norme e direttive, risultato del lavoro di una Commissione creata dalla FAO e dall’OMS nel 1963, che hanno come obiettivo la difesa dei diritti dei consumatori in ambito alimentare: facilitare gli scambi internazionali degli alimenti e preservandone la corretta produzione e conservazione al fine di distribuire cibo sicuro, di elevata qualità  e adeguato alla nutrizione.

Gli autori dei messaggi che, tramite catene di mail e video su YouTube, lanciano l’allarme sui contenuti del Codex, argomentano che il codice conterrebbe norme pericolose per la salute, sopprimerebbe molte delle innovazioni scientifiche indipendenti degli ultimi anni, vieterebbe le medicine alternative e naturaliste, attaccherebbe pesantemente l’agricoltura e l’allevamento biologici.
Il prossimo 31 dicembre le norme previste dal Codex entrerebbero in vigore, portando, sempre secondo gli autori di alcuni messaggi, al più grande disastro per la salute umana.

E’ sufficiente connettersi al sito www.codexalimentarius.net e dare una rapida lettura alle faq (le domande che vengono poste più frequentemente sul Codex) o leggere il Codex stesso per rendersi conto che questo allarmismo si rivela del tutto infondato.

Tutti i 160 paesi membri della commissione (che rappresentano il 97% della popolazione mondiale) sono chiamati a discutere le bozze di norme proposte nel Codex, invitando alle riunioni rappresentanti del mondo scientifico, dei consumatori, dei produttori e delle istituzioni (in Italia la rappresentanza del Codex ha sede presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali).
Il controllo sulle norme proposte avviene dunque a livello locale e coinvolge tutti gli attori interessati al tema della sicurezza alimentare.
A questo si aggiunga che le norme stilate non sono obbligatorie o vincolanti per gli stati membri, ma possono essere utilizzate come riferimento nella definizione di standard o nell’adozione di leggi. Non è quindi possibile che queste norme entrino in vigore a fine anno.

L’invito è dunque quello ad un corretta informazione, attenta alle fonti, in particolare per un tema così delicato come quello della sicurezza alimentare.